Non entro nel merito della querelle tra il consigliere Giannini e i rappresentanti del comitato portuale: non sono tenuto a fare il difensore di nessuno, se non delle federazioni della filiera portuale aderenti a Confcommercio Imprese per l’Italia, né sono alla ricerca di popolarità.
C’è da apprezzare l’impegno di un giovane che credo voglia supportare lo sviluppo della nostra città; tuttavia non si deve cedere alla tentazione di dare interpretazioni un po’ grezze e non tenere conto della crisi che colpisce l’Italia, il mondo dello shipping e tutti i porti italiani.
Ad esempio nel 2012 il traffico movimentato ha registrato un calo generalizzato a causa della crisi economica; sono in calo le merci rinfuse liquide e i passeggeri dei traghetti del transhipment, per la concorrenza dei porti del Nord Africa.
Si tratta quindi di una crisi generalizzata, che investe tutta l’economia e tutti i settori e non solo il nostro scalo. Al contrario, sarebbe come dire che a Civitavecchia il settore del commercio vive una profonda crisi e addebitarla esclusivamente ad aspetti locali; ovvio che si tratta di questo, ma non solo.
Sui dati relativi al crocierismo, mi permetto di dire che forse corrispondono a verità quelli del Comitato portuale.
Puntare sulle crociere è stata una grande intuizione che ha fatto di Civitavecchia uno dei più grandi porti mondiali, accreditandole una leadership sia per i servizi che vengono dati alle navi, sia perché la vicinanza a Roma permette di creare sinergie sotto l’aspetto dell’offerta turistica.
Questo significa che bisogna fare di Civitavecchia una città-porto e non una semplice città con il porto; questo significa, come più volte auspicato e come di fatto sta già avvenendo, realizzare governance comuni, progetti comuni, sviluppo integrato.
Si può sicuramente mettere in discussione tutto, però a me sembra assurdo che una città dove ogni anno passano milioni di turisti non debba avere un assessore al turismo, pacchetti di offerte di un territorio, di una marca, che ha i fondamentali per uno sviluppo turistico da grandi numeri, e forse su questo varrebbe la pena discutere.
Le imprese chiedono professionalità, capacità e progetti; è sufficiente frequentare il mondo dello shipping per avere la sensazione di come il porto di Civitavecchia – con la sua Autorità portuale – venga preso ad esempio. Credo che sia la prima volta che un presidente di Assoporti venga espresso da Civitavecchia.
Ovvio tutto può essere migliorato ed è giusto che tutti diano il proprio contributo. Su una cosa però le imprese hanno una richiesta: non si torni più all’andazzo del recente passato dove lo sviluppo è stato bloccato per divergenze politiche e partitiche e dove la politica ha invaso campi che non le sono propri con decisioni che non le competevano, molto spesso scegliendo non per il merito, le capacità e le professionalità ma per la vicinanza politica.
Se a ciò aggiungiamo infrastrutture logistiche, interconnessioni con le reti, un coordinamento tra programmazione regionale e nazionale, spesso assente nel passato, sicuramente il porto e Civitavecchia avranno un futuro con più speranze.
Tullio Nunzi