Pubblichiamo una lettera scritta dall’allenatore della Flavioni di pallamano Patrizio Pacifico (nella foto di Enrico Paravani) sulla situazione dell’impiantistica sportiva cittadina, in particolar modo quella dell’ex impianto PalaGrammatico.
Nella politica, come nello Sport, “chi fa” può sbagliare, “chi non fa” danneggia. La politica sportiva cittadina è stata realizzata nei primi 6 mesi di insediamento:
– Nuovi bandi per l’assegnazione delle strutture comunali
Tutto il resto del mandato abbiamo assistito al nulla. Nulla per quanto riguarda l’impegno nel raggiungere almeno lo scarsissimo programma elettorale:
– Nessun finanziamento regionale è stato impiegato realizzando opere di edilizia o di
ripristino dell’edilizia sportiva
– Nessun finanziamento Europeo
– Nessun finanziamento privato (se non a tagliare vedi SNC)
L’immobilismo ha travolto realtà che negli anni hanno dato lustro alla nostra città, perché ci si creda o no, per ogni disciplina a livello Nazionale, un concittadino ci rappresenta. Siamo stati per anni la città con più atleti Nazionali in rapporto agli abitanti. Ora siamo al minimo storico. Le strutture comunali sono scese di due unità: scomparso LO STADIO ed il GRAMMATICO, strutture storiche che hanno dato ALI ad atleti concittadini che ancora oggi rappresentano la nostra città in Italia e nel Mondo.
Noi sportivi sappiamo bene che “chi fa” spesso sbaglia, ed è per questo che le critiche degli sportivi professionisti si concentrano su quello che gli atleti o gli allenatori non fanno anziché su quello che sbagliano. Anche perché spesso da un errore tecnico tattico può nascere una risorsa tecnica o tattica, dall’immobilismo e dalla paura di mettersi in gioco invece non nasce nulla… anzi, si rischia di distruggere il lavoro dei compagni, dell’allenatore e della società che sta puntando su qualcuno di immobile.
Nulla è stato fatto per mettere in contatto privati e società sportive, per gestire gli unici e preziosi spazi indoor ed outdoor, nessun torneo o manifestazione internazionale; un “saggio” alla marina, proprio a sottolineare l’ignoranza di chi non sa che la promozione sportiva non è l’agonismo e che a volte il danno maggiore è proprio rappresentato da chi propone solamente un cammino sportivo propagandistico e non agonistico, senza obiettivi quindi senza sfide: esattamente come la politica del non fare.
Anni a contatto con realtà pallamanistiche, natatorie, marziali, atletiche e poi amministrative (Federazioni, Editoria sportiva, CONI) mi hanno insegnato che lo sport costa ma è un investimento sicuro: Recco è pallanuoto, Milano è Calcio, Latina è Volley, Siena è Basket (nonostante sia in forte declino); bene Civitavecchia avrebbe le potenzialità per essere la fucina di talenti che è sempre stata. Essere, come in passato, la città che offre infrastrutture sportive, logistiche e clima perfetto per la preparazione di eventi, la manifestazione di eventi e la creazione di atleti.
Cosa fare quindi? Ricordo ai prossimi “duellanti politici” che qualsiasi imprenditore operi “degradando” l’ambiente, in Italia ed in Europa, finanzia le realtà sportive locali, di fatto riabilitando l’immagine di queste città; sottolineo invece come, nonostante la passata campagna politica amministrativa faceva volare paroloni contro ENEL e Porto, rei di essere portatori di morte per emissioni dannose, al giorno d’oggi ENEL e Porto non solo continuano a fare esattamente quello che facevano prima, ma ci si è aggiunto un altro bruciatore (forno crematorio) senza che sia stato redatto nessun protocollo per il quale, tra queste tre realtà, si prevedesse la simbiosi del proprio brand all’attività sportiva cittadina.
Come se vi fosse una idea di ostracismo politico tra questi soggetti e lo sport cittadino, e che questa linea fosse più importante dei risultati che insieme ad ENEL (ed a tutte le altre
realtà imprenditoriali che utilizzano anche l’ambiente nei loro cicli di produzione) si sarebbe potuto ottenere per il proprio assessorato, per la propria città e per i propri ragazzi e ragazzi. Questo lascia l’amaro in bocca soprattutto perché poi tutta la linea politica fosse pronta a chiedere nel momento del bisogno ad ENEL, come al Porto e chissà se anche ai “crematori”.
Nessun tavolo per garantire futuro allo Stadio, Stadio del Nuoto, Grammatico, come se l’errore morale ed anche “legale” di demandare tutte le spese ai gestori, non fosse stato compreso nell’entità immediata né in quella futura, ed in questo caso quando si parla di futuro si parla di bambini, ragazzi, uomini e donne che scelgono di donarsi all’agonismo, ovvero l’esempio più estremamente positivo dei valori competitivi umani.
Non critico con questo i primi sei mesi. Non critico nemmeno lo scarno programma, tantomeno le poche manifestazioni svolte, critico l’immobilismo devastante di chi, conoscendo o meno la materia, si è fatto carico di un’istituzione così importante come quella dello sport a Civitavecchia senza dare indirizzi politici ai propri organi amministrativi, di fatto generando lo stallo… e chiunque fa sport una cosa la impara subito: o corri con gli altri, oppure è meglio che rimani a casa. Un indirizzo è stato dato, fortunatamente aggiungo io, per la realtà dell’hockey cittadino,
unici ad avere una concessioni a 15 anni, cosa che fino a 6 mesi fa si criticava aspramente, fissando in massimo 5 la durata delle concessioni. Qui è stato giustamente trovato il modo che la struttura MERCURI fosse presa COME GIUSTO SIA, da chi quella struttura l’ha voluta ed utilizzata negli anni per creare atleti.
È tempo di tornare a sognare i cerchi olimpici in casa. Mi appello a tutti gli amici e colleghi che hanno investito parte della propria vita in gocce di sudore: non è più il momento di essere immobili, dobbiamo disputare la nostra gara! Per ogni atleta che lascerà la città di incanto per rimpolpare il roster di una società forestiera, la colpa sarà anche nostra… Noi che sì sappiamo come andrebbero gestite le cose, ma per paura di perdere quel pochissimo che c’è rimasto, non ci esponiamo.
Ad maiora.
Patrizio Pacifico