Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Clemente Longarini, elettore del centrosinistra, che interviene nel dibattito che so sta sviluppando in questi giorni sul Porto. Egregio Direttore,
si sta sviluppando in questi giorni un dibattito sul porto di Civitavecchia, sui suoi destini e conseguentemente sui suoi prossimi assetti istituzionali, fortemente intrecciati con gli assetti istituzionali della nostra città.
Mi ricordo il modo con il quale Moscherini si presentò a questa città, appena dopo la nomina di segretario dell’Authority. Rilasciò, infatti, una lunga intervista durante la pubblicizzazione della sua Associazione culturale, Civitavecchia 2010, in cui dichiarava che dopo essere arrivato nella nostra città e averci visto e conosciuto ci amava, al punto che ci avrebbe portati in Europa.
Mi chiesi come fosse possibile affermare queste cose, considerarci cioè dei “buoni selvaggi” da civilizzare. E mi convinsi che anche costui, come tanti altri, sarebbe venuto nella mia città a raccogliere gloria fama e gratificazioni, per non lasciare poi niente. Gli saremmo serviti solo come base di lancio per i suoi interessi. Mi stupii, ma non troppo, della mancanza di reazioni a quello che a me suonava più come un insulto, piuttosto che una promessa di sviluppo.
Moscherini ci donava quell’Associazione, ma mi sembrò un totem sotto cui pregare e chiedere, con la speranza di avere in dono qualche “specchietto o perlina colorata”. Fermo la mia attenzione su questo episodio perché credo che attraverso questo si possa cogliere la natura del personaggio.
In quel periodo alcuni esponenti del Centro sinistra sbagliarono nel pensare di utillizzare questo nuovo notabile della vita cittadina per fini elettorali o peggio ancora per riequilibrare assetti interni ai partiti politici.
Credo, e sono convinto, che dagli errori si possa trarre insegnamento.
Da allora, infatti, di tempo ne è passato.
Il porto, grazie agli investimenti del Governo di centro sinistra, si è trasformato ed è diventato una grande occasione di sviluppo per la città. Questa opportunità può essere colta soltanto se la città stessa, le sue istituzioni, le sue forze del lavoro sono tutte coinvolte e tutte protagoniste nel processo democratico di crescita .
Invece, per responsabilità dell’attuale presidenza dell’Authority, il porto viene vissuto come una cosa lontana, staccata dalla città. Le istituzioni, in primis il Consiglio comunale e l’Amministrazione, sono state emarginate, anche grazie all’insipienza del centro destra e della giunta De Sio. Quando, nei casi peggiori, sono state asservite alle volontà del “re del porto”.
L’autorità conferita al Presidente dell’Autorità portuale non discende da un mandato diretto ed elettivo ma è frutto di nomine ed equilibri. Non sono stati i cittadini civitavecchiesi a delegarlo al ruolo che occupa, pertanto la mancanza di democrazia, di partecipazione, di coinvolgimento con cui ha gestito una parte vitale della nostra città è stato il più grande limite e il maggior danno che arrecato al nostro terreno sociale, economico e civile.
Ma non c’è solo questo, purtroppo. Moscherini, inoltre, ha tentato e tenta di condizionare la vita politica cittadina.
La storia la conosciamo tutti, dalla sua elezione a consigliere comunale, al ruolo che lui e i suoi uomini hanno svolto nella breve vita del Consiglio comunale a maggioranza di centro destra, fino ad arrivare all’esplicito sostegno al centro destra Storace nelle elezioni regionali.
La storia politica di Moscherini è chiara, perciò non è credibile il suo tentativo di riciclarsi come tecnico super partes.
Bene ha fatto il centro sinistra a sottolineare che Moscherini non rappresenta il futuro del porto di Civitavecchia.
Da qui bisogna partire ?.. e qui bisogna arrivare.
Ripensamenti, fibrillazioni nel centro sinistra su l’uscita di scena di Moscherini non sono ammissibili ed oggettivamente arrecherebbero allo schieramento un danno di affidabilità e credibilità. Tantomeno sono comprensibili le richieste del Presidente dell’Authority di un confronto con i partiti di centro sinistra. Richiesta tardiva e che dà il senso di un tentativo maldestro di “cavalcare l’onda della vittoria”.
L’apertura di una nuova stagione politica e amministrativa nel porto di Civitavecchia e il ritorno del porto e del suo destino alla città, sono possibili ad una sola condizione: che il centrosinistra vinca le elezioni politiche e amministrative, completando il ciclo delle avvenute vittorie provinciali e regionali.
Questa condizione è raggiungibile solo con un grande sforzo di unità, ma anche con una partecipazione democratica, alla stesura delle linee programmatiche e delle leadersheeps, con un ruolo dei partiti che sia di grande apertura, rispetto e coinvolgimento attivo del proprio elettorato.
In questo quadro, alla minaccia che abbiamo già subito nel 2001, ossia o Moscherini presidente dell’Authority o candidato a Primo cittadino, o Parlamentare, dobbiamo rispondere con orgoglio e senza paura: bene, si candidi pure, naturalmente fuori dal centro sinistra, e ?.. auguri!
Clemente Longarini
elettore del centro sinistra