In un silenzio quasi tombale e, come storicamente avviene in questi casi, alla vigilia di Ferragosto, il Consiglio comunale di Fiumicino ha approvato la delibera sulle opere per il Giubileo che riguarda la costruzione di un porto privato per yacht e navi da crociera interamente finanziato dalla Royal Caribbean. Nonostante l’opposizione di alcuni comitati, il provvedimento è passato con 13 voti a favore della maggioranza di centro-destra, quattro contrari del centro sinistra e due astenuti. E’ stato poi approvato un ordine del giorno che prevede una commissione speciale sul Giubileo e sulla portualità per studiare l’impatto che le navi di Royal Caribbean avranno su Fiumicino e su Roma.
Per quanto riguarda la cittadina aeroportuale, i timori riguardano principalmente l’ambiente, perché la realizzazione dell’approdo porterà ad un notevole dragaggio dei fondali, necessario per consentire l’attracco delle cosiddette città galleggianti, ma potrebbe determinare importanti squilibri sul piano ambientale. Ma il sindaco Baccini e il centro destra che lo sostiene tirano dritto, forti del fatto che l’opera è stata giudicata essenziale dal Governo Meloni in proiezione Giubileo e che, con essa, arriverà un fiume di denaro, con interventi che interesseranno, oltre al porto, lo stesso comune di Fiumicino. Entro il prossimo anno dovrebbe già essere completata la banchina per le grandi navi da crociera, mentre entro il 2026 dovrebbero essere terminati gli altri interventi, tra i quali il porto turistico per yacht privati, diretto concorrente del Marina Yachting di Civitavecchia, momentaneamente in stand by per i noti motivi che riguardano la giustizia amministrativa. Oltretutto, il sindaco di Fiumicino chiede una percentuale su ogni biglietto venduto per le crociere e garanzie sulla ricaduta occupazionale, che parla di circa 7mila posti di lavoro nella fase di costruzione e di 9mila a regime. Ma perplessità si nutrono anche nella capitale, dove si cerca di capire, da una parte gli effetti che produrrà una maggiore invasione di turisti e da un’altra come riuscire in qualche modo a coinvolgere la città eterna nel business. Sul primo punto, viene rilevato che in realtà Fiumicino avrà due porti. Oltre a quello privato della Royal Caribbean sta sorgendo quello pubblico, i cui lavori peraltro non sono però ancora iniziati, che prevede anch’esso di ospitare navi da crociera. Sommando i due approdi con Civitavecchia si arriva ad una proiezione annua di circa 1.700 navi, con oltre 4 milioni di crocieristi, gran parte dei quali diretti a Roma. E qui sorgono le preoccupazioni capitoline. Sarà in grado la città eterna di reggere questa nuova orda di turisti, che porteranno sì qualche soldo al commercio locale, ma avranno bisogno di servizi e produrranno comunque inquinamento e problemi ai residenti? Di qui, la domanda: perché Fiumicino deve avere tutti quei vantaggi e Roma no? E su questo, c’è da starne certi, si scatenerà una vera e propria guerra nei prossimi mesi.
2 Comments
giuseppe
Speriamo che si avveri, cosi’ su Civitavecchia si alleggerirà l’inquinamento e tutto il casino che ogni giorno si verifica al largo della pace (davanti ai pompieri) La città sta soffocando sotto il peso di 2 milioni di turisti, il traffico da e per l’autostrada è aumentato in modo esponenziale e per il momento nessuno parla di creare una bretella che allontani le centinaia di autobus e pulmini dal centro.
Marco
Porti turistici, aeroporti, attrazioni, intrattenimento, qualsiasi investimento in queste opere porta sviluppo e nuovi posti di lavoro. È ovvio che di contro ci saranno anche minori problematiche, ma non è possibile che città Europee come Sofia o Bucarest, crescono il triplo in percentuale di Roma in presenza turistiche.