Post carbone: spuntano gli investitori ma il tempo scorre. Cinque progetti in campo

Cinque investitori pronti a trasformare il sito energetico ci sono, ma la sabbia nella clessidra continua a scorrere e a settembre rischia di esplodere una bomba sociale. Questi i due aspetti che la riunione presso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha messo in luce sul futuro prossimo di Torre Valdaliga Nord. I progetti alternativi sono stati svelati da Enel almeno parzialmente.

In particolare l’investimento maggiore arriverebbe nel campo della produzione di biofuel da parte di Myrechemical, che prevede 700 milioni di fondi e l’impiego di massimo 150 unità, mentre Ars Altmann punta a realizzare un’area per l’automotive, sostanzialmente un megaparcheggio di 53 ettari al posto dell’attuale parco Enel, con la previsione di 200 dipendenti. Previsti poi un progetto di carattere industriale, logistico e di attività complementari che si svilupperebbe su circa 100 ettari, un progetto trading di materiali alla rinfusa e commodities per il quale è necessaria un’area di 15 ettari e che porterebbe a regime alla movimentazione di 2 milioni di tonnellate di merce e, infine, un progetto per l’installazione di magazzini logistici multipurpose, ovvero destinati a diverse tipologie di prodotti. Le organizzazioni sindacali e il Comune, per bocca del sindaco Piendibene, sono però preoccupati per il personale attuale anche delle imprese dell’indotto e chiedono con urgenza la dismissione dei primi gruppi della centrale, per scongiurare una gravissima crisi occupazionale. In particolare, il primo cittadino ha ribadito l’importanza imprescindibile di mantenere i livelli occupazionali attuali, incluso l’indotto, entro tempistiche certe. Ha inoltre posto l’accento sulla necessità di escludere qualsiasi progetto di riconversione energetica che coinvolga combustibili fossili o la termovalorizzazione dei rifiuti. Le parti si sono aggiornate per un incontro che si terrà a settembre a Civitavecchia.