Il 29 Luglio è stato approvato il rinvio in data da destinarsi del Consiglio Comunale sulla sicurezza nel lavoro, una simile decisione in questa città, che "vanta" già due caduti sul lavoro, due famiglie che stanno facendo i conti sia con la perdita di una persona cara che con difficoltà economiche, un ulteriore grave incidente avvenuto ieri, non può far rimanere indifferenti.
Si tratta di una situazione dove "oltre al danno si aggiunge la beffa"; tuttavia, può essere utile valutare le ragioni che possono aver portato ad una simile decisione che si può definire in tutta serenità, un evitamento. Cercando di capire un tale comportamento, ci si trova di fronte a varie ipotesi come: prendere tempo per valutare il problema e trovare una soluzione efficace alla prevenzione delle morti bianche e forse, gli amministratori non erano preparati a tali eventualità e non dispongono di risorse per affrontare la situazione, per cui concedersi del tempo è sembrata l’unica soluzione ragionevole. Questa, però, non concorda con il rinvio in data da destinarsi, poiché, quando ci si prende del tempo, si fissa una nuova data, utilizzando quest’arco di tempo per fare meglio. Allo stato attuale, sembrerebbe più calzante l’ipotesi di un evitamento fobico, caratteristica di soggetti che si ritengono/sono inadeguati, carenti di risorse per affrontare una situazione difficile che, sopravvalutata, diventa insormontabile, per cui la fuga è l’unica alternativa. Esaminando il processo dell’evoluzione della specie umana, si scopre che l’uomo dai tempi delle caverne è sopravvissuto grazie a due comportamenti istintuali, ovvero attacco e fuga; il primo si impiegava con i propri simili per la supremazia, la difesa del territorio e/o con gli animali da cacciare per nutrirsi; il secondo in caso di aggressione da parte di animali feroci come i dinosauri rifugiandosi spesso nelle caverne o sugli alberi, per scampare alla minaccia di essere divorati. Per merito dell’evoluzione della specie dall’Homo Neanderthalensis fino all’Homo Sapiens Sapiens, il comportamento umano si è arricchito di altre capacità che hanno reso possibile non solo la sua sopravvivenza, ma anche vivere insieme, lasciando le caverne o le capanne di paglia e fango per abitare nelle case in muratura, organizzarsi in forme di governo per la gestione della cosa pubblica finalizzate alla crescita della popolazione, a favorire il lavoro con attività che sfruttassero le risorse del territorio per la prosperità della popolazione, a tutelare l’incolumità dei cittadini. Attualmente, possiamo dire che abbiamo a disposizione queste capacità per risolvere il problema delle morti bianche sul nostro territorio; allora perché ci si rifugia ancora nelle caverne?
Antonella Appetecchi
Segreteria PD Civitavecchia