“Ed eccoci qua, un anno e mezzo dopo a raccontare una storia già troppe volte vista: una città rimasta nuda, senza amministrazione, e costretta ad affidarsi all’ennesimo commissario prefettizio, un personaggio privo di anima che arriverà al Pincio giusto per porre qualche firma di circostanza. Anche Tidei, che molti consideravano, oggi a torto, inaffondabile ha abdicato: lui, il politico più politico di tutto il territorio”.
“Il Pietro tertium è crollato poiché già fragile all’origine per una coalizione unita più dalla “coccoina” che da un vero e solido programma amministrativo: altrimenti non assisteremmo, volenti o nolenti, ad un de prefundis prematurissimo. Diciamocela tutta, inoltre, lo stesso ex deputato del Pd se non vi fosse stato come candidato del centrodestra Gianni Moscherini, suo acerrimo nemico politico, avrebbe volentieri fatto a meno di un ritorno in Comune: la sua fu probabilmente una semplice voglia di sconfiggere il Don Camillo di turno. Di chi sia la colpa di questa défaillance governativa è facile dirlo: sindaco, giunta, maggioranza e opposizione. Questa è la sconfitta di tutti gli elementi amministrativi che appunto non hanno saputo amministrare, trovare una sintesi, anche minima, per dare quel qualcosa ad una città che è paralizzata da anni economicamente e culturalmente: i cittadini sono spettatori non paganti, anzi sì di tante tasse, del crollo di Civitavecchia. Il tutto a causa di beghe di palazzo, alcune anche futili, che in tempi di grossa recessione proprio non servono nessuno, se non a qualche mestierante della politica nostrana: vale a dire quei personaggi che campano unicamente di politica e che sostanzialmente non hanno mai lavorato.
Adesso cosa succederà? Arriverà un commissario prefettizio, nominato dal Viminale, che rimarrà in carica verosimilmente fino a maggio quando le elezioni amministrative si dovrebbero tenere insieme alle europee: sei mesi di “passività” governativa difficilissimi da sopportare per la gente, a cui qualcuno dovrà dare spiegazioni nitide. Poi appunto vi sarà il ritorno alle urne, nella speranza che sia il centrosinistra quanto il centrodestra abbiano il coraggio di presentare personaggi veramente nuovi o semi vergini, in particolare come candidati sindaco, oggi si usa il termine “innovatori”, che rappresentino una rottura con il recente passato; soggetti credibili, eticamente presentabili e preparati che sappiano ad esempio che le casse comunali vuote non sono sempre una giustificazione per non realizzare nulla e per bussare ad un popolo sempre più “povero”: soprattutto se si ha l’abilità nel chiedere denaro “buono” a Bruxelles, come fanno quasi tutti i Comuni, piccoli e grandi, del vecchio continente. È ovvio che, per ottenere sovvenzioni oltralpe, sarebbe altrettanto fondamentale che nel prossimo parlamento europeo vi sia un rappresentate del territorio ma questi sono altri discorsi, riguardanti un’altra e altrettanto delicata partita”.
LUCA SANSONETTI