"Venerdì 4 giugno 2010 l’Associazione Filantropica e per la divulgazione giuridica “Civitas et Jus”presenta, presso la sala convegni dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, il libro “Portoferraio, 1933 Processo a Sandro Pertini”. Decido di andare, l’evento è previsto alle ore 9.00 anche se mi sembra che l’orario sia inconsueto perché i convegni di solito si fanno il pomeriggio".
"Solo quando entro in sala capisco il motivo della scelta mattutina: ci sono i ragazzi di tre scuole superiori perché la Fondazione Sandro Pertini, che ha sostenuto la pubblicazione del libro, ha da sempre un’attenzione particolare per i giovani che coinvolge nella conoscenza della figura del Presidente della Repubblica più amato dagli italiani. Acquisto il libro e cerco un posto, saluto il presidente dell’Associazione Civitas et Jus”, l’avvocato Angelo Scala, e alcuni amici e mi siedo. Mentre i relatori iniziano a fare i loro interventi sfoglio il libro che trovo subito interessante per gli atti del processo a Pertini che nel 1933 lo vide imputato per “oltraggio” durante il regime fascista ma soprattutto per la figura dell’uomo onesto, coraggioso e coerente che emerge da quelle pagine con le sue idee e la sua storia. Fino al punto di rinunciare alla grazia chiesta dalla madre e di restare e resistere in prigione. Non riesco però a leggere molto perché mi appassiona subito l’intervento del presidente del Tribunale di Civitavecchia, Mario Almerighi, qui in veste anche di presidente della Fondazione Pertini e autore della prefazione del libro. Mentre lo ascolto riesco a concentrarmi contemporaneamente per leggere le prime righe della sua prefazione dove riporta una frase di Pertini che avevo già ascoltato in una intervista al presidente e ritrovata su You Tube”…la morale è una scienza morta se la politica non cospira con lei e non la fa regnare nella nazione. La democrazia si difende, si sostiene e si rafforza con una grande tensione morale”. Sorrido mentre leggo queste parole, perché solo un paio di settimane fa insieme agli altri segretari di partiti di centro sinistra abbiamo preso una forte posizione proprio sul rilancio del codice etico e della questione morale in politica a Civitavecchia e quelle parole, già a me note, mi rassicurano non solo della bontà del rilancio del codice etico ma mi confermano la straordinaria attualità del pensiero di Pertini in questo deserto della politica, che è ormai di una evidenza sconcertante e purtroppo a volte sconfortante. Perché la politica cospira oggi con altre cose, non certamente con la morale, e per questo mi sento confortata nella scelta condivisa con gli altri segretari del rilancio della questione morale. Sono però le ultime parole che sento da Almerighi che rivolge alla platea di ragazzi che mi scaldano il cuore: ”leggete e guardate meno televisione, crescete culturalmente e resistete all’esproprio del vostro cervello” e stavolta non riesco a non sorridere senza un pizzico di commozione perché mi sento meno sola e meno “marziana” quando parlo di cultura e di livello alto, di austerità e di sobrietà dei comportamenti e dei costumi di chi fa politica. Continuo a pensare alle parole di Pertini e mi domando se oggi in Italia ci sia ancora posto per “una tensione morale che possa difendere, sostenere e rafforzare la democrazia”. Me lo domando guardandomi intorno, con tutti quei ragazzi che sono la speranza e ai quali il Presidente partigiano si rivolgeva spesso, ma che sembrano essere così lontani dalla politica. Mi chiedo allora il perché di questa lontananza e perché alcuni di quei pochi giovani che si impegnano dopo poco tempo abbandonano, come è accaduto anche a Civitavecchia, l’ideale che li aveva spinti a fare una precisa e determinata scelta per poi salire sul carro del vincitore. Forse sono state vittime inconsapevoli dell’esproprio del proprio cervello e, aggiungo io, della propria coscienza politica, se mai ne hanno avuta una, fagocitati, quando non ne restano lontani, da una classe politica dirigente che ancora non riesce a scaldare i loro cuori, nonostante molti di loro resistano, come in una nuova Resistenza dei tempi di Pertini, ad una società che li bombarda di messaggi sbagliati, che gli fa credere che tutto è possibile se si è belli e con i soldi e che l’impegno, il sacrificio non pagano quasi mai. Anzi mai. Non è così per me e, ne sono convinta, anche per la stragrande maggioranza di chi crede veramente nella politica e nella responsabilità civile e sociale di chi rappresenta la collettività e resistite all’esproprio del proprio cervello. La lezione di Sandro Pertini non solo è oggi più che mai attuale ma è di necessaria e vitale importanza soprattutto per la politica che deve investire in concreto sui giovani perché possano adoperarsi per il cambiamento della società, perché la politica ha bisogno di ragazzi che abbiano il coraggio e l’onestà per dare il proprio contributo per il cambiamento che è ormai impellente. Per il nostro futuro, perché cambiare si può, perché cambiare si deve".
Roberta Galletta Coordinatrice Circolo Partito Democratico Civitavecchia