“Diverse forze politiche e sindacali (non tutte) hanno preso posizione sulla necessità che per organismi determinanti per lo sviluppo della città, per società operative, con ruoli strategici per lo sviluppo, fondamentali per il decollo economico e produttivo, si privilegino scelte di personalità basate esclusivamente su esperienze, capacità, professionalità e competenze”. “Cosa che dovrebbe apparire normale in un Paese normale; sarebbe sufficiente vedere lo stato di diverse società, per rendersi conto, come insegna la storia, che nelle grandi tragedie (economiche), un ruolo importante in negativo l’hanno svolta sovente l’inadeguatezza politica, che aveva tracimato dal suo ruolo, occupando rilevanti posizioni pubbliche. Partendo da due riflessioni, credo condivisibili dalla gente normale: che senza il merito l’ascensore sociale si ferma, che la sconfitta del merito riguarda i giovani, e che il merito rompe con la società di casta e classe; che in questo momento, difficile per la città e per il Paese, fare circolare idee, invece che interessi, condizioni di più l’evoluzione politica, e aiuti di più la politica di quanto non faccia la scelta di partecipare direttamente, faccio una proposta al sistema di imprese, presenti a Civitavecchia, alle varie organizzazioni di impresa, che vivono un momento drammatico. Perché non presentare, un documento, un protocollo, un patto che impegni le varie forze politiche a scegliere in organismi di natura tecnica, persone capaci, non in base alla vicinanza politica, ma su curricula, capacità e professionalità.Documento che a mio avviso dovrebbe essere sottoposto a forze politiche, e vincolante per diversi organismi quali l’Autorità portuale e altri.
Questo permetterebbe rispettare un criterio rivoluzionario, che è quello del merito, e servirebbe alle mprese e ai cittadini per combattere le aree residuali di un vecchio sistema politico che privilegia clientele, più che uomini validi. Abolire la norma, assai deleteria che lo schieramento possa essere l’unica interpretazione del valore delle persone, darebbe speranza alla gente, alle imprese e a quelle migliaia di giovani studenti e non che affollano gli antiquati e scomodi treni che vanno a Roma”.
Tullio Nunzi