Un aumento generalizzato e preoccupante. E’ quello che riguarda la presenza delle polveri sottili registrato nell’ultimo mese dalle centraline disseminate lungo il territorio di Civitavecchia e gestite da Arpa Lazio. Nell’arco di poche settimane si è passati, infatti, da numeri assolutamente tranquillizzanti per non dire risibili, a valori molto vicini alla soglia di allarme. Nel report riguardante la settimana dal 20 al 26 maggio, le polveri oscillavano tra 11 e 15 microgrammi; in quello successivo, relativo al periodo compreso tra il 27 maggio e il 2 giugno l’oscillazione andava tra i 12 e i 18 microgrammi.
Si è poi passati, nel report riguardante la settimana compresa tra il 3 e il 9 giugno ad un minimo di 19 e a un massimo di 27 microgrammi, per schizzare nell’ultimo report, quello relativo al periodo compreso tra il 10 e il 16 giugno, ad un range compreso tra 37 e 43 microgrammi. Molto vicini, quindi, alla soglia di allarme fissata in 50 microgrammi per metro cubo. Qualcosa, dunque, sta succedendo nell’aria di Civitavecchia, soprattutto considerando che proprio nei periodi in cui si è registrata l’impennata nei valori delle polveri sottili, la centrale di Torre Nord ha lavorato a scartamento ridotto, a circa il 20% della sua potenza. Stando a precedenti ricerche condotte nel territorio, soprattutto in riferimento al famoso studio ABC eseguito dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione e dall’Istituto Superiore di Sanità, i massimi indiziati sono il porto e il traffico. Fa pensare, infatti, che l’aumento dei valori delle polveri sottili sia arrivato nel momento dell’anno in cui si registra un incremento nella presenza delle navi da crociera. Una presenza, quella dei grattacieli sul mare, che si porta dietro un conseguente notevole incremento del traffico veicolare. Sono infatti centinaia i pullman gran turismo e i noleggio con conducente che quotidianamente attraversano la città diretti o provenienti da Roma. E dai tubi di scappamento dei pullman, dei pulmini a 9 posti e delle lussuose Mercedes scure non fuoriescono effluvi balsamici. La situazione va quindi tenuta sotto stretto controllo, anche perché è opportuno e doveroso ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ormai confermato, attraverso numerosi studi, il rapporto di correlazione strettissimo fra malattie croniche, soprattutto di tipo respiratorio, tumore e inquinamento atmosferico. Ricerche epidemiologiche recenti hanno poi ipotizzato che ad un aumento di PM10, ovvero di polveri sottili, di 10 microgrammi per metro cubo corrisponde mediamente ad un incremento della mortalità dello 0,5-1%. E’ quindi il caso di tenere alto il livello di attenzione ed, eventualmente, studiare misure che possano attenuare l’impatto ambientale.
2 Comments
sandro
tanto non ne usciremo mai,le navi portano soldi,chi se ne frega della salute della gente.
ieri pomeriggio in zona cattedrale l’aria èra semplicemente irrespirabile!
le navi più inquinanti (basta vedere il colore del fumo che esce dalle ciminiere) andrebbero ormeggiate nei moli più lontani dal centro abitato,non al Forte Michelangelo!
dovremmo cominciare a girare con le maschedrine filtranti, così forse qualcuno comincerebbe a preoccuparsi seriamente.
Fate un semplice esperimento,comprate una mascheria usa e getta a carboni attivi ,indossatela e fatevi un giretto di una mezzoretta al centro,poi toglietela.
Avrete immediatamente un riscontro di cosa ci respiriamo
GM
«E’ quindi il caso di tenere alto il livello di attenzione ed, EVENTUALMENTE, studiare misure che possano attenuare l’impatto ambientale.»
Eventualmente o NECESSARIAMENTE occorre tutelare come priorità il benessere dei cittadini civitavecchiesi – che non passa solo dal PIL, il quale non sempre (aperta e chiusa parentesi) cresce nelle loro tasche -?