Niente. Niente di niente, per la città e, soprattutto, per il porto. Nonostante i proclami dei giorni scorsi e gli pseudo-annunci di novelli Totò e Peppino della politica, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza illustrato ieri in Parlamento dal Premier Draghi non ci sono interventi specifici per la città e lo scalo marittimo locale. Per carità, ha sicuramente ragione il Presidente del Consiglio che si è appellato, rivolgendosi soprattutto ai partiti, affinché i progetti inseriti nel Recovery Fund vengano visti senza miopia e nell’interesse generale del Paese.
Certo è, che un pochino la bocca ce l’avevamo fatta, soprattutto quando la politica, a livello locale e regionale, si era messa in moto per far sì che in quel Piano fosse inserita l’opera probabilmente più importante in funzione dello sviluppo del territorio: la darsena energetica grandi masse, quel definitivo completamento del piano regolatore portuale che consentirebbe davvero di poter registrare un’inversione di tendenza per quanto concerne gli agonizzanti traffici commerciali. Invece, della DEGM, come viene chiamata dagli addetti ai lavori, non c’è traccia. Per quanto riguarda i porti, si parla genericamente di cold ironing, ovvero di elettrificazione delle banchine, che però da queste parti è un film già visto in parecchie visioni, destinato ormai alle arene estive. Si era parlato, impropriamente, di finanziamento dell’ultimo miglio ferroviario, opera peraltro già “sponsorizzata” dall’Unione Europea come annunciato pomposamente nell’ottobre 2019 anche dal Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, e specificato nello stesso sito istituzionale dell’Autorità Portuale, e di fondi per il completamento della superstrada per Viterbo. Anche in questo caso, però, si trattava di un deja vu, visto che la realizzazione del tratto Monte Romano-Cinelli, ovvero dell’ultima sospirata parte della Civitavecchia-Viterbo, era stata data per finanziata sei anni fa, il 26 giugno 2015, con tanto di annuncio ufficiale accompagnato da foto di gruppo dove si distinguevano, tra gli altri, l’ex Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, e il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Insomma, se da queste parti qualcuno si aspettava “aiutini” dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è meglio che cambi la sua prospettiva. Civitavecchia, comunque, può farcela da sola. E’ in queste situazioni che emerge la cifra tecnica dei rappresentanti istituzionali. E sarà il tempo a dirci se avranno la capacità di trovare il modo di far realizzare la tanto sospirata darsena energetica grandi masse.
1 Comments
giovanni
Chi si strappava i capelli col “NO al carbone” dovrà rivedere qualcosa delle sue idee perchè Civitavecchia ha necessità come il pane di lavoro e quando si ha fame certe cose passano in secondo ordine.
Sino a ieri si pensava di sfruttare le possibilità del porto ma ora persa anche la rotta per Cagliari resta pochissimo.
Riaprire tutto quando non si hanno i soldi da spendere è difficile per tutti.
Speriamo che i nostri governanti attuali si inventino qualcosa non per far rinascere Civitavecchia ma per non farla morire del tutto.
Se le cose miglioreranno e riinizieranno le crociere ci dovremo inventare e realizzare qualcosa per far restare i crocieristi nella nostra città oltre al mercato perchè sino ad ora solo quello vedevano.
Non mi venite a dire che sono un pessimista incallito ma se si ragiona un pò la realtà attuale è questa e io spero solo che mi sono sbagliato.