“Il 6 settembre è stata pubblicata la sentenza del TAR del Lazio in merito al ricorso della concessionaria “Lido S.A.S.” contro il Comune di S. Marinella. Ricordiamo che la concessionaria ricorrente aveva impugnato l’atto amministrativo del Comune relativo alla messa a gara della propria concessione (e di altre due) per la quale nuovi soggetti avevano manifestato interesse”. Inizia così un intervento di Coalizione Futuro di Santa Marinella, per il quale il Tar contraddice il Comune riguardo alla questione proroghe.
“Il Comune ha infatti deciso di mettere a gara solo quelle concessioni per le quali – spiegano da Cf – dopo l’informativa pubblicata su Albo Pretorio (evidenza pubblica e non gara), altri soggetti abbiano manifestato interesse, concedendo invece la proroga al 2033 a tutte le altre.
Il TAR del Lazio ha giudicato inammissibile ed infondato il ricorso dei concessionari del “Lido” con una motivazione molto interessante: il TAR sostiene che, anche laddove NON sussistessero soggetti interessati alla concessione, “ciò non esimerebbe il Comune dall’obbligo di porre immediatamente a gara la concessione di cui è titolare la ricorrente in quanto tale obbligo non è condizionato, come ritenuto dal Comune, all’esistenza di manifestazioni d’interesse da parte di terzi ma è assoluto in quanto conseguente alla necessaria disapplicazione delle norme interne che dispongono la proroga”.
Quindi la sentenza dà torto al Concessionario ma dà torto anche al Comune che non ha messo a gara tutte le concessioni, scadute il 31 dicembre 2023, limitandosi a mettere a gara solo quelle oggetto di manifestazione d’interesse.
La Co.Na.Ma.L (Associazione Mare Libero) aveva diffidato il Comune di S. Marinella dal procedere a proroghe in assenza di gare pubbliche adeguatamente pubblicizzate, nello spirito delle indicazioni della Direttiva Bolkestein e come ribadito dalla sentenza del Consiglio di Stato (4/12/2023, n. 10455). L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha acquisito la segnalazione in merito a possibili profili anticoncorrenziali riguardanti il rilascio delle concessioni demaniali a uso turistico-ricreativo nel Comune di Santa Marinella, ringraziando Mare Libero e riservandosi di portare la questione alla conferenza Stato-Regioni.
Il “rinnovo al 2033” tanto sbandierato si dimostra quindi uno strumento inadeguato a garantire certezze alle concessioni balneari.
Nel frattempo il 16 settembre 2024 è stato approvato dal Governo Meloni il Decreto legge n. 131, intitolato “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi derivanti da atti dell’Unione europea e da procedure di infrazione e pre-infrazione pendenti nei confronti dello Stato italiano”. Il decreto sancisce, com’è noto, l’obbligo di indire gare entro il 2027.
Il decreto sancisce quindi la vittoria della lobby dei balneari? Non proprio:
Il governo, varando il DDL, ha dovuto ammettere ciò che fino ad oggi aveva ostinatamente negato: 1) la scarsità del bene (spiagge) è una realtà e vano è stato il tentativo di negarlo;
2) le gare vanno fatte e non possono essere evitate (anche se sono scaricate sul prossimo governo);
3) l’Europa non ha chiuso la procedura d’infrazione.
Abbiamo già letto dai media che la Regione Lazio intende regolamentare gli iter di gara previsti nel 2027 fin da oggi, stabilendo precisi parametri. Vediamo che cosa intende fare l’amministrazione di S. Marinella per garantire serenità sia agli operatori balneari che ai cittadini, per i quali il mare è un diritto che nessun concessionario può negare e che ogni Comune deve garantire”.