“Le compagnie di crociera e Roma Cruise Terminal stoppano la rivoluzione tributaria di di Majo Il TAR promuove i diritti d’uso imposti dall’AdSP, ma annulla gli atti perché di adozione non sottoposti al parere dell’Organismo di Partenariato”. E’ quanto scrive la rivista specializzata nelle vicende marittime e portuali “Ship2Shore” parlando del ricorso presentato al Tar del Lazio dalla Clia, l’associazione che raccoglie gli armatori, e dalla Rct, la società composta da Costa Crociere, Msc Crociere e Royal Carribean, che gestisce a livello locale il mercato delle crociere e il relativo terminal.
Stiamo parlando della società che ogni anno ottiene utili superiori al milione di euro grazie a Civitavecchia, che ovviamente vanno altrove, e che nel bilancio 2018 su un fatturato di oltre 16 milioni e mezzo di euro, ha utilizzato meno del 60% dei ricavi per il costo del personale, sia quello alle dirette dipendenze che quello indiretto, ovvero impiegato nelle imprese che effettuano servizi per suo conto. Ebbene, costoro hanno presentato ricorso al Tar contro il decreto del Presidente dell’Autorità Portuale col quale era stata aumentata di poco più di un euro e mezzo la tariffa per ogni crocierista in transito. Peraltro, il tribunale amministrativo ha sospeso l’efficacia del provvedimento non nel merito, ma per un vizio di forma, perchè lo stesso non era stato sottoposto al parere preventivo dell’organismo di partenariato di Molo Vespucci. Nell’articolo di Ship2Shore si parla di vittoria delle compagnie di crociera. Si sottolinea anche, però, che il TAR non ha accolto i motivi sostanziali del ricorso e cioè che l’ente e il suo presidente non fossero competenti ad adottare tale misura. E se le cose stanno così, considerando tutte le implicazioni che il traffico crocieristico comporta non solo per i problemi che crea all’interno del porto, ma anche per quelli, enormi sotto l’aspetto ambientale, che determina in città, sarà forse opportuno che andando a riproporre il provvedimento per sottoporlo all’attenzione dell’organismo di partenariato e di qualsiasi altro organo interno, l’Autorità Portuale porti l’aumento dall’euro e mezzo ad almeno cinque euro a passeggero, stornando la differenza al Comune attraverso progetti concordati, come peraltro previsto sempre dai tribunali amministrativi.
1 Comments
giovanni
Io proporrei una scommessa: vuoi vedere che oltre alla centrale, alle terme i nostri grandi politici riescono a mandare in malora anche il porto?
Resta solo la piscicoltura e TVS ma tempo al tempo e penseranno anche a quelle.