La Tempio Crematorio Srl, la società che gestisce il forno crematorio di via Braccianese Claudia, ha presentato un ricorso in appello al Consiglio di Stato per l’annullamento e/o la riforma, previa tutela cautelare e previa adozione di decreto presidenziale, della sentenza del Tar del Lazio che respingeva il ricorso sul numero massimo di cremazioni annue, fissate a 2080, previste dalla convenzione firmata dalla stessa società con l’amministrazione comunale nel 2017.
Nel ricorso, la società del gruppo Altair indica come imminente il possibile fermo dell’attività «essendo stato raggiunto – si legge – anche per quest’anno, alla data del 28 luglio 2020, il numero di 1851 cremazioni. Il ricorso si fonda in modo particolare su un “eccesso di potere” da parte dell’allora sindaco Antonio Cozzolino nel momento in cui vennero imposte le prescrizioni, e la non assimilabilità dell’impianto con un inceneritore.
2 Comments
giovanni
facciamo due conti e scusate la brutalità ma non se ne può più:
si tratta di incenerire 2080 salme + le relative bare per un totale stimato di 239200kg/anno e arrotondiamo a 240 Tonnellate/anno con c.a. 2,5 chilogrammi di ceneri residue.
Sapete quanto carbone brucia un gruppo di TVN : 200 Tonnellate/ora
La centrale di TVS di cui nessuno degli ambientalisti nostrani si ricorda dopo aggiornamento delle turbine produce 1200 MW equivalente a quasi 2 gruppi di TVN pensate che purifichi l’aria????
Quindi se si parla di inquinamento è trascurabile restano solo le convinzioni personali sulla cremazione e inoltre la cremazione fino al 1800 era contrastata dalla chiesa mentre ora ci lascia liberi di decidere.
Quindi viene il dubbio che qualche comitato ha mire nascoste.
i comitati
egregio sig. Giovanni
cosa ci azzeccano tutti i calcoli stechiometrici che Lei ha sciorinato con la opposizione dei comitati al forno crematorio lo deve proprio spiegare.
Chi abita nell’intorno del crematorio si trova nella condizione di avere una ciminiera ben architettonicamente poco appariscente che immette a neppure 4 metri da terra circa 3/4 mila normal/m3 di fumi a cremazione. Considerato che preferiamo respirare aria pulita e non mescolata con questi fumi che, ripetiamo, vengono immessi quasi a raso terra, abbiamo da sempre contestato la realizzazione di questo forno crematorio industriale. A seguito dell’esposto fatto dai comitati alla Procura, la consulenza tecnica di ufficio ci ha dato ragione su tutto ma il GIP ha rigettato la nostra istanza ritenendo che le violazioni urbanistiche/edilizie rilevate dal CTU non erano penalmente perseguibili in quanto commesse non in violazione di un Piano Regolatore Cimiteriale ma a norme riferite ancora al progetto di costruzione del nuovo cimitero e sue innumerevoli varianti in corso d’opera.
Però c’è un però. Vede sig. Giovanni in verità il nuovo Cimitero Comunale è provvisto di un Piano REGOLATORE CIMITERIALE approvato con delibera n°187 di consiglio comunale nel 1997. Piano che il C.T.U. non cita nella sua relazione tecnica e che, opinabilmente, avrebbe potuto capovolgere il risultato dell’esposto. Di questo fatto sono stati messi ufficialmente a conoscenza il GIP, la Procura presso la Corte di Appello di Roma e il segretario generale del comune di Civitavecchia. Che poi le emissioni del crematorio, in quantità, non sono paragonabili a quelle di TVN/Tirreno Power/Navi da crociera e di linea non occorreva il Suo intervento per capirlo solo che i fumi del crematorio ce li abbiamo proprio sotto il naso.
A noi, per concludere, viene qualche dubbio che mire nascoste le abbia chi si indispettisce con coloro che si lamentano del crematorio siffatto.