Un disastro, senza se e senza ma. I dati ufficiali dei traffici del terzo trimestre 2024 nel porto di Civitavecchia confermano una situazione che, al di là delle chiacchiere e delle boutade raccontate, meriterebbe di essere affrontata con grande attenzione. Una sfilza di segni “meno” rispetto allo stesso periodo del 2023 da far paura e dalla quale si salvano, come anticipato dal trcgiornale, soltanto le crociere e pochissimo altro.
Gli stessi contenitori, che complessivamente, in un contesto quasi deprimente, fanno registrare un +2,4 sono soprattutto “vuoti”, visto che i “pieni”, quelli con la merce, totalizzano un -7,7%. In calo anche l’automotive (-1,8%), dopo i segni più che avevano caratterizzato l’ultimo biennio, ma in diminuzione, clamorosamente, anche i passeggeri diretti verso le isole, la Spagna e il Nord Africa, con un brutto -4,9%, e i mezzi pesanti (-6,7%), ai quali si aggiunge un -4,5% di auto a seguito dei passeggeri. A evidenziare una situazione allarmante anche il calo degli approdi, ovvero delle navi che sono effettivamente attraccate al porto di Civitavecchia e che sono state 61 in meno rispetto al 2023. Sessantuno navi in meno significano meno lavoro per tutte le componenti portuali. In un contesto nel quale sarebbero necessarie dosi massicce di antidepressivi, si salva il traffico dei materiali ferrosi, che fa registrare un + 61,6%, con circa 169.000 tonnellate in più rispetto allo scorso anno che compensano in minima parte gli oltre un milione e centomila tonnellate in meno nella movimentazione del carbone, destinato alla centrale Enel di Torre Valdaliga Nord. Il totale del traffico complessivo fa comunque registrare un -15,1%, un segno fortemente negativo per il quale concorre anche il caldo del 5,3% delle merci varie in colli. Di veramente positivo, come detto solo le crociere e le rinfuse liquide destinate all’aeroporto di Fiumicino (+16,9%) ma che, come spiegato più volte, nulla ci azzeccano col lavoro nel porto di Civitavecchia.