Minosse, l’azienda incaricata dello scarico del carbone per l’impianto di Torrevaldaliga Nord, è ufficialmente in crisi. L’annuncio di ben 17 esuberi in programma viene lanciato dalla FILT-CGIL Civitavecchia, Roma nord, Viterbo e USB Civitavecchia, che nei giorni scorsi hanno ricevuto una comunicazione da parte della committenza, con la quale veniva rappresentata alle organizzazioni sindacali la necessità di dover ricorrere ad una procedura di licenziamento collettivo per far fronte ai 17 lavoratori in esubero. Il tutto, a causa delle nuove condizioni contrattuali proposte da Enel.
“Erra da tempo nell’aria ed è purtroppo accaduto: anche la società Minosse è entrata ufficialmente in crisi. È del tutto evidente che come Organizzazioni Sindacali ci opporremo a qualsiasi provvedimento espulsivo e lavoreremo affinché in questa fase non si perda un solo posto di lavoro.
D’altro canto, la prospettiva dei 17 esuberi, già di per sé drammatica, potrebbe rappresentare addirittura lo scenario meno grave. Al momento, infatti, la scadenza del contratto tra Enel e Minosse è ancora fissata al 31 dicembre 2024 e l’annunciato prolungamento di un altro anno, che avrebbe dovuto garantire una minima continuità occupazionale fino alla chiusura dell’impianto, non è stato ancora sottoscritto.
Non vorremmo che un simile ritardo dipendesse dalla nota richiesta Enel, avanzata nel giugno scorso al MASE, di essere autorizzata alla messa fuori servizio anticipata della centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord. Ci auguriamo che, qualunque sia l’esito dell’istruttoria in corso, vengano rispettati i tempi previsti dal PNIEC per una dismissione graduale dei gruppi di produzione.
In gioco ci sono i posti di lavoro di molte persone, comprensibilmente preoccupate. Sono gli stessi lavoratori che ricordano bene, quando il paese era in ginocchio per la crisi del gas e per la pandemia, le promesse fatte da politici, istituzioni, imprenditori e dirigenti, pronti a rassicurarli sul loro futuro. Le cose però stanno andando in modo assai diverso. Dopo 80 anni di produzione termoelettrica, il Governo non intende destinare stanziamenti specifici per Civitavecchia, mentre Enel, anziché reinvestire nel territorio, si è limitata a cercare nuove aziende e progetti che ancora sono solo sulla carta, senza inoltre affrontare tempestivamente le crisi aziendali in corso.
Questo approccio non contribuisce a risolvere l’attuale emergenza occupazionale che coinvolge centinaia di lavoratori diretti e indiretti, né a fornire certezze circa il loro reimpiego in nuove attività.
Nessuno può pensare che questa città possa sopportare da sola il peso di una transizione così importante, che deve essere gestita in maniera concertata. Il Governo e tutte le istituzioni, attivando l’impiego di risorse pubbliche e private, devono assumere un ruolo prioritario e agire in collaborazione con le parti sociali. Considerato il passare del tempo e l’aggravarsi della crisi occupazionale, è indispensabile un deciso cambio di passo nel tavolo di lavoro aperto da mesi presso il MIMIT”.
1 Comments
giovanni
A Civitavecchia mai fare progetti a medio tempo di realizzazione perchè la prossima amministrazione di differente colore potrebbe usufruirne dei vantaggi.
E’ qualche anno che si sa della fine di TVN ma non è stata presa nessuna possibilità di alternative in primis per i movimentatori di carbone.
Prossimi casini li avremo per i manutentori meccanici, civili, elettrici e elettronici ossia stiamo parlando di centinaia di lavoratori che saranno lasciati senza lavoro.
Ma per bloccare evntuali novità siamo campioni.
Tipo i generatori eolici che volevano realizzare sulle colline e che siamo felicissimi che molto in foirse li realizzeranno vicino alle coste della Sardegna in modo che da terra non si vedano ma che forse saranno realizzati da qualcun altro.
Ecc. Ecc.