Un’opera di inestimabile valore, patrimonio di tutta la comunità di Civitavecchia, composta da 119 pezzi tutti figli della mano dell’illustre incisore Luigi Calamatta. Un corpus di stampe che rappresenta sicuramente la più completa collezione conosciuta dell’artista civitavecchiese dell’800 molto apprezzato nel resto d’Europa, soprattutto in Belgio e Francia. Peccato che nella sua città natale non sia così e che, ad oggi, le opere giacciano in qualche cavou di una banca cittadina, completamente ignorate dall’Amministrazione. A ricordarlo è il consigliere comunale di Alleanza Nazionale, Giancarlo Termini, che in un’interrogazione indirizzata al sindaco Alessio De Sio e all’assessore alla cultura Ernesto Tedesco chiede di sapere per quale motivo non sia stata ancora trovata una collocazione alle opere. Ma facciamo un piccolo salto indietro nel tempo e ricostruiamo il percorso di queste stampe. La collezione, di inestimabile valore, fu donata da Alessandro Cialdi al Comune di Civitavecchia che a sua volta, siamo nel 1972, la consegnò alla “Sovrintendenza alle gallerie ed opere d’arte medioevali e moderne del Lazio” per essere sottoposta a restauro. Una volta ultimato il lavoro le stampe furono riconsegnate qualche anno fa al Comune il quale avrebbe dovuto, su volere dell’ingegner Cialdi e su ordine della Sovrintendenza, trovargli una sistemazione idonea per la conservazione e soprattutto per l’esposizione permanente al pubblico. “Per questo ? scrive Termini nell’interrogazione rivolgendosi al sindaco e all’assessore alla Cultura ? chiedo di attivarsi nelle sedi opportune per collocare la collezione di incisioni del Calamatta in una sede opportuna all’esposizione consentendo finalmente a tutti i cittadini di godere dei capolavori di questo nostro illustre concittadino che oggi sono un tesoro nascosto e ignoto a molti”.
Calamatta: un tesoro nascosto
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