La creazione di un’Hydrogen Valley, per la produzione di idrogeno verde, quindi proveniente da fonti rinnovabili, e per la sua distribuzione. È questo il centro del progetto di Civitavecchia Fruit & Forest Terminal, con la partnership dell’Università Telematica Unimarconi e di ogv. Massiccia la presenza delle istituzioni alla conferenza stampa che si è svolta stamattina all’Interporto, spazio che CFFT gestisce dal 2019. C’era il sindaco Tedesco, il presidente dell’Autorità Portuale, Musolino, l’ambasciatore del Belgio in Italia De Bauw, il presidente di Unindustria Dionisi e il padrone di casa, Clerckx. Il progetto è articolato in step, il primo dei quali è rappresentato da Life 3H e che prevede entro il 2025 una stazione di rifornimento di idrogeno prodotto dalla stessa CFFT per due autobus. L’obiettivo è quello di aumentare la flotta, fino a 70 mezzi a idrogeno, e anche la produzione fino a 140 tonnellate l’anno attraverso altri progetti con scadenze al 2030 e 2035.
Le sinergie con altri progetti (PNNR e progetti bandiera) e con gli enti (Comune di Civitavecchia, Regione Lazio, Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno centro settentrionale, AdSP, e Aeroportuale, Aeroporto di Roma, AdR) rappresentano il primo punto di forza di questo progetto e riguardano una pluralità di azioni già attivate:
● Progetto europeo “LIFE3H” (2022-2026), che prevede la realizzazione di una stazione di rifornimento in un’area retroportuale in grado di operare con idrogeno da risulta e garantire l’alimentazione di due bus di 8 metri sfruttattati per il trasporto portuale
● Progetto “Green Ports” dell’Autorità di Sistema Portuale (già approvato), che prevede anche la produzione di energia verde da fotovoltaico per circa 10-11MW e 270 MW di produzione eolica off-shore. Progetto “Cold Ironing” dell’Autorità di Sistema Portuale (già approvato), che prevede l’elettrificazione di otto banchine portuali e lo stoccaggio ad idrogeno. Progetto “ZEPHyRO dell’Autorità di Sistema Portuale con l’obiettivo di dimostrare la decarbonizzazione del porto attraverso l’impiego dell’idrogeno sia come vettore di accumulo energetico che come combustibile per sistemi di movimentazioni merci a zero emissioni (si veda lettera di intenti dell’Autorità portuale per 200 t/annue)
● Progetto “Civitavecchia Porto 1” e “Civitavecchia Porto 2” del gruppo ENEL (già approvato), che prevedono la produzione da fotovoltaico per oltre 40- MW di energia verde. Inserimento del Progetto “Lighthouse Project Tirreno” nelle strategie della “Lighthouse Initiative”. Gli altri progetti descritti sopra di incremento di fonti rinnovabili. Tali progetti giustificano la produzione di idrogeno anche come stoccaggio energetico delle fonti rinnovabili locali e garantiscono potenza rinnovabile aggiuntiva per alimentare l’elettrolizzatore o per aumentare il suo capacity factor o la taglia in modo da fornire idrogeno anche per le industrie e il settore hard to abate. Ad esempio i due moduli della centrale elettrica di Torrevaldaliga sud hanno turbine che già possono andare al 5% di idrogeno per cui la domanda di idrogeno è pari al 5% della potenza in ingresso (come detto pari a 2222 MWt per cui pari a 111,1 MW) che, per un numero di ore annue pari almeno a 1500, corrisponde a 166.650 MWh pari a 5.000 t di idrogeno annue.
● Progetto (pnrr), missione 2 “rivoluzione verde e transizione ecologica”, componente 2 “energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, investimento 3.3 “sperimentazione dell’idrogeno per il trasporto stradale”
Realizzazione di una stazione di rifornimento h2 e blending a 350 / 700 bar prodotto interamente da Fonti rinnovabili in sinergia con le esigenze di mobilità territoriale
IL PROGETTO
Il progetto “Idrogeno Civitavecchia” finanziato dalla Misura PNRR M2C2 1.1 per 7.469.000 euro volto alla realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno rinnovabile in area industriale dismessa, così come adesso nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, Componente 2 “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”, Investimento 3.1 “Produzione in aree industriali dismesse”, situata in una porzione di terreno di proprietà della SpA Civitavecchia Fruit & Forest Terminal (CFFT). La produzione di idrogeno verde è perfettamente in linea con il processo di
decarbonizzazione a cui è orientato l’hinterland di Civitavecchia, e sarà destinato alla mobilità sostenibile a zero emissioni, alla elettrificazione delle infrastrutture all’interno del porto e verrà utilizzato per la trasformazione logistica industriale non solo del soggetto proponente, ma anche di altre realtà presenti sul territorio. Il progetto si sviluppa nell’area di CFFT e prevede, come macro azioni la realizzazione di un impianto di produzione di idrogeno verde (con elettrolizzatore da circa 3MW), di un impianto fotovoltaico di produzione di energia verde (di circa 6 MW), di un impianto di stoccaggio e di compressione dell’idrogeno prodotto.
Il CONTESTO
Il comune di Civitavecchia a Nord della città metropolitana di Roma si estende su una superficie di 72,3 km², conta nel 2021 poco meno di 51.500 abitanti, mentre la densità di popolazione è di 708,9 abitanti per km². Nonostante il contesto urbano e territoriale è caratterizzato da un accentuato isolamento fisico rispetto ai centri urbani delle grandi direttrici interne, è oggetto di interscambi di merci, viaggiatori e, in una certa misura, flussi demografici con la capitale.
Principalmente conosciuto per il suo porto, il territorio del comune è un centro nevralgico e un’area di snodo per il trasporto di persone e merci, crocevia di importanti rotte nazionali ed internazionali, quali il corridoio ovest-est Tirreno-Adriatico (Civitavecchia-Roma-Rieti-Avezzano-Pescara/Ortona) ed il corridoio europeo nord-sud Helsinki-La Valletta.
Per tale ragione, nel territorio sono presenti asset infrastrutturali critici che consentono di intercettare il notevole traffico crocieristico, il maggiore in Italia, ed il secondo nel Mediterraneo dopo Barcellona. Tra questi vi è l’autostrada A12 Roma-Civitavecchia, che la collega rapidamente alla metropoli e all’aeroporto di Fiumicino, il principale scalo aeroportuale italiano, la SS n°1 Aurelia, la SS n. 1 bis Tarquinia-Orte-Temi ed altre strade provinciali. Inoltre, è servita da numerose corse delle autolinee COTRAL per il collegamento con Roma e tutti gli altri comuni circostanti; un ulteriore collegamento è fornito dalla stazione ferroviaria dove transitano i treni del tratto Genova-Roma. Inoltre, Civitavecchia è stata recentemente inserita all’interno della rete TEN-T, la maggiore rete di collegamento infrastrutturale europea, con l’obiettivo di potenziare le maggiori vie di collegamento in Italia e con l’estero. Il comune è un polo industriale fortemente attivo con notevole concentrazione di stabilimenti ad elevato impatto ambientale. Sono presenti nel territorio più di 3000 attività economiche che spaziano da quelle professionali, al commercio, trasporto, industria manifatturiera ed estrattiva. Inoltre, la zona coperta dall’Autorità portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale, nella quale Civitavecchia è il porto di maggiori dimensioni, seguito da Fiumicino e Gaeta, ha istituito la Zona Logistica Speciale che semplifica l’avvicinamento di investimenti alla zona, potenziando la dinamicità commerciale.
Infine, a circa 2 km a nord-nord ovest dalla città di Civitavecchia sorge il polo termoelettrico di Torrevaldaliga, uno dei più importanti siti energetici nazionali. Il polo si compone di due impianti: la centrale ENEL Torrevaldaliga Nord alimentato a carbone per una potenza complessiva di 1980 MW, diviso in tre gruppi da 660 MW l’uno; la centrale della società Tirreno Power S.p.A. Torrevaldaliga Sud costituita da due moduli a ciclo combinato, per una potenza complessiva di 1140 MW elettrici e un carico termico di 2222 MW e da un impianto turbogas tradizionale per una produzione di 320 MW elettrici.
1 Comments
giovanni
Non ci resta che sperare in qualcosa di positivo perchè il vecchio progetto tanto pubblicizzato di produzione di idrogeno è ancora da verificare