Settimana insipida, dal gusto “acquatico”. Da queste parti si potrebbe dire che “non sa né de me e né de te”. Insomma, una settimana interlocutoria, dopo i fuochi pirotecnici a cavallo tra la seconda e la terza decade di ottobre tutti griffati Civitavecchia Servizi Pubblici. A proposito: è davvero singolare che quando viene evidenziata una situazione che può dare adito a riflessioni e critiche non si vada al nocciolo della questione, magari alla ricerca di eventuali responsabilità, ma si cerchi il perché sia stata tirata fuori. Un altro paradosso di questi tempi malati.
A proposito di malati, ottimo il riscontro ottenuto dall’ospedale di Civitavecchia, una struttura nella quale fino a una quindicina d’anni fa gli stessi residenti cercavano in tutti i modi di evitare di entrare e che adesso è non solo diventata vivibile sotto l’aspetto del comfort, ma offre servizi sanitari di grande e a volte ottima qualità, come testimoniato dal riconoscimento di livello nazionale ottenuto dal reparto ortopedia relativamente al trattamento delle fratture al femore. Però, a pensarci bene qualcosa è successo nei sette giorni che ci hanno lasciati. E’ successo che dalla Sicilia è spirato impetuosamente verso Civitavecchia un vento di scirocco che ha, ancora una volta, messo in dubbio il sogno cullato da tanti e coltivato da alcuni che nelle aree portuali possa sorgere il famoso hub dell’eolico. Si tratterebbe, come spiegato già svariate volte, dell’unica possibilità di rendere davvero importante dal punto di vista occupazionale il progetto riguardante l’eolico off shore, perché comporterebbe l’impiego di tanta manodopera da utilizzare nella costruzione e nella manutenzione della componentistica necessaria all’impianto che sorgerebbe a trenta chilometri dalla costa. Senza l’hub, la ricaduta occupazionale dell’eolico off shore sarebbe minima, rivelandosi quindi un’altra servitù con basso impatto economico per la città. Ma perché l’hub si realizzi pare sia fondamentale avere finanziamenti pubblici in grado di dare la spinta necessaria alla costruzione degli spazi portuali necessari a ospitare capannoni e depositi. Se i finanziamenti pubblici non ci sono (e a quanto sembra l’ipotesi di ottenerli sarebbe sul viale del tramonto), gli investitori privati interessati privilegerebbero ovviamente le aree dove la mano pubblica ha già messo a disposizione qualcosa su cui contare. Il rischio, quindi, visto che comunque il progetto dell’eolico off shore va avanti a prescindere dall’hub, è che alla fine girino solo le pale, ma non l’economia civitavecchiese. Alla prossima.
4 Comments
giovanni
La politica oggi è questa!!!
Quando c’è da prendere voti tante promesse , tanti progetti con nomi e soldi poi terminate le elezioni si torna alla realtà ossia se hai il colore giusto e le spinte giuste OK altrimenti sei dimenticato.
E’ perfettamente inutile girarci intorno e al titolo si dovrebbe avggiungere una bella “l” alle pale.
Marco g
Trovo che l’opportunità di fare un grande polo di costruzione e manutenzione dell’eolico offshore si rischia di perderlo per colpa della gestione dell’autorità portuale, che furbescamente ha inserito una maxi richiesta di finanziamento oltre 500 milioni di euro per completare la Darsena grandi masse.
Una colata di cemento fino a Torrevaldaliga nord.
Convinti di prendere due fave con un piccione.
Risultato altri progetti molto piu’ economici giustamente sono stati messi in evidenza e premiati.
Troppi geni incompetenti hanno decretato la fine di questa opportunità ora chi paga……..
giovanni
Marco se si blocca tutto non è assolutamente colpa dell’Autorità Portuale ma dei politici che la tengono per mano.
L’AP se chiede 500 miliono è perchè ha fatto i conti, non è poca roba chiudere sino al molo del carbone di TVN , prova a dare un’occhiata a questa mappa
https://www.google.com/maps/@42.1176331,11.7624374,1920m/data=!3m1!1e3?authuser=0&entry=ttu&g_ep=EgoyMDI0MTEwNi4wIKXMDSoASAFQAw%3D%3D
giovanni
Gente della comunità buon giorno.
Stamattina in televisione ho visto un programma dove si costruiscono le turbine eoliche.
Se volessero realizzare a civitavecchia la costruzione degli impianti passeranno come minimo due o tre anni con personale specializzato esterno alla città per realizzare i componenti base e solo dopo potranno essere instalati nelle aree ex TVN dopo di che si potrà iniziare a realizzare i componenti in vetroresina rinforzata mentre i generatori e il sistema di comando alternatore da assemblare da costruttori spèecializzati e dopo almeno un paio di anni si potranno assemblare i generatori eolici.
Quindi per Civitavecchia passeranno almeno tre o quattro anni prima che ci sia abbastanza lavoro.